Sabrina Ciulla di 33 anni, presidente dell’associazione Anirbas di Palermo conosce bene. L’associazione, infatti, che conta 50 volontari, tutti prevalentemente giovani, dallo scorso giugno è attiva con il coordinamento per i senza tetto, con la ronda notturna che hanno chiamato Arcobaleno e che svolgono la domenica sera per oltre 100 clochard distribuiti in varie parti della città. Sabrina domani è riuscita a coinvolgere tutta la sua famiglia e soprattutto, cosa ancora più importante, a conquistarsi nel tempo la fiducia di quegli ‘ultimi’ che non vuole nessuno.
Domani, sia dentro che fuori della sua casa, saranno in 25 a trascorrere insieme la festa della Liberazione. Con suo padre che lavora come custode nella scuola elementare Gianluca Irrera vivono in una casa dentro l’istituto e domani questa sarà a disposizione dei loro commensali. A tavola ci saranno, tra gli altri, una coppia che vive in macchina, alcuni ragazzi che dormono nel dormitorio pubblico, alcuni che vivono nella zona della stazione e nei vagoni abbandonati dei treni. Sabrina racconta anche con soddisfazione che, tra gli invitati, ci sarà anche S. un giovane dello Sri Lanka, in sedia a rotelle, rimasto gravemente infortunato dopo un investimento stradale, che sono riusciti a togliere dalla strada e che, adesso, vive, in attesa dell’intervento chirurgico, in un centro di riabilitazione di Bagheria. “Il desiderio nostro – dice Sabrina – è quello di fare tornare questo nostro amico quando starà bene nel suo Paese dove lo aspettano sua moglie e sua figlia”.
L’associazione Anirbas è composta anche da una ventina di ragazzi, la cui età varia da 15 a 21 anni, provenienti dai quartieri più periferici di Ciaculli e Brancaccio che, pur avendo storie difficili alle spalle si attivano come volontari per i senza dimora. I volontari durante le ronde fanno barba e capelli, distribuiscono biancheria intima, cibo e coperte. Inoltre si occupano anche di assistenza legale e di disbrigo pratiche per l’assistenza sociale e sanitaria. L’associazione in questo momento sostiene anche due famiglie, una delle quali vive in macchina.
“Coinvolgere i ragazzi delle periferie nel volontariato per noi è molto importante perché pensiamo che chi già ha vissuto un disagio può riuscire ad aiutare di più un altro povero. Il nostro obiettivo non è solo aiutare chi vive in strada – spiega Sabrina Ciulla – ma anche soprattutto sensibilizzare i cittadini ad agire e capire le difficoltà di chi e solo e vive in situazioni di grave povertà”. “I senza dimora non hanno bisogno soltanto di cibo e coperte – dice ancora – ma soprattutto hanno necessità di sapere che tu ci sei per loro in qualsiasi momento di sconforto. Il mio numero di telefono hanno preferito scriverlo su un pilastro perché così sono sicuri che non lo ruba nessuno. Riusciamo a percepire il loro affetto perché in tutti modi ci dimostrano la loro vicinanza e la loro riconoscenza. Non vogliamo essere ringraziati per quello che facciamo ma desideriamo che la gente si sensibilizzi di più nei confronti di chi non ha niente”.
Sabrina che nella vita lavora come responsabile di un Caf cerca in tutti modi di rispondere ai loro bisogni. La ragazza che faceva parte di una squadra nazionale di baseball, ha alle spalle una lunga attività di volontariato. “Ho iniziato a 15 anni facendo volontariato come istruttrice di baseball nel quartiere Sperone con i ragazzi che avevano i coltelli in tasca – racconta -. Lo sport mi ha aiutato personalmente a vivere bene anche le cose brutte della vita. Da quel momento è scattata in me una grande forza di spendermi con il cuore concretamente per gli altri attraverso varie iniziative. Oggi con i ragazzi dell’associazione riusciamo veramente a dare speranza a chi l’ha persa. La persona non deve essere valutata in base ai soldi perché questi sono soltanto un mezzo. Essendo giovani, per adesso, ci auto-tassiamo, non abbiamo nessun accreditamento e facciamo tutto solo con le nostre forze “. (set)